La vita é un valzer.

La vita é un valzer passo dopo passo, inciampando al suo ritmo.

lunedì 1 ottobre 2012

30 SETTEMBRE

[Marzo 2009 - Pitturare ció che si ama]

"Alcuni pensano che tenere duro renda forti, ma a volte è lasciarsi andare che lo fa."
 

[Hermann Hesse]


Oggi ho sentito solo un gran bisogno di stare lí seduta a festeggiare con il mio nonno, quella persona che ha sempre faticato perché avessi una casa di mattoni sulla testa e un cuore pieno pieno di sogni.  
Era nato il 30 settembre del 1918 e finché non ci ha lasciato ogni anno iniziava col conto all'arrovescia da fine agosto per la gran smania di festeggiare. 
Ogni 30 settembre davanti alla sua torta strapiena di candeline, perché ne soffiava una in piú ogni anno, ci guardavamo negli occhi e non c'era mai bisogno di tante parole, perché vivevamo insieme di nome e di fatto e anche se gli rispondevo a "mezzabocca" quando mi chiedeva novitá, sapeva sempre cosa stava accadendo.

A lui non importava se i miei risultati a scuola non erano stati soddisfacenti, se ero testarda ma non avevo continuitá, se sognavo di essere ballerina ma ero un maschiaccio, se mi ero sbucciata un ginocchio, avevo quattro punti sotto il mento e probabilmente mi sarebbe rimasto il segno.
Ogni 30 settembre si soffiava una candelina in piú, e dopo aver mangiato la torta eravamo pronti per l'anno nuovo.

Oggi mi sarebbe piaciuto raccontare qualcosa al nonno, dirgli che sono quattro anni che ci manca da morire ma che il suo compleanno si sente ancora, si sa che arriva anche senza guardare il calendario. Oggi mi sarebbe piaciuto sedermi di spalle sul suo ginocchio e aspettare le domande, quelle classiche, che non cambiavano mai.

Oggi potrei dirgli che un po' ci credo al mio valore. Non al rumore, non al riempirmi la vita di cose e cose e cose, non al giudizio degli altri. Adesso credo a tre grandi veritá che ho dentro, che mettono finalmente peso ai miei progetti. 

Potrei guardarlo negli occhi, e prometterlo. 
Ho paura e sono sempre bambina, ma sento di poterlo mantenere.

 

giovedì 20 settembre 2012

NON E' COMUNQUE SEMPLICE VIVERE UNA CERTEZZA.



[Deserto di colori] Agosto 2012


Quasi non mi sembra vero, quello che é accaduto, quello che sta accadendo, quello che respiro.
Una terra che riecheggia nello stomaco, di una bellezza autentica, che come una trottola ci rotola dentro generando atomi di nostalgia.
Giorni che sono trascorsi in una troppo rapida lentezza, che ci hanno riportato al bello delle cose, a camminare nella natura senza meta, senza un impegno urgentissimo, senza affanno.
E inaspettato é arrivato il cambiamento.

Che cos'é il successo se non si ha il tempo per catturare la bellezza e se non si puó vivere una persona che ami senza telefono?

venerdì 11 maggio 2012

LIMITI.

[L'orizzonte del limite - Maggio 2012]

"Persino il mare sembra senza limiti, 
eppure canta solo quando li trova: 
 infrangendosi sulla chiglia 
diventa schiuma; 
spezzandosi sugli scogli, vapore; 
sfinendosi sulle spiagge, risacca. 

La bellezza nasce dai limiti, 
sempre."

[A. D'Avenia]

giovedì 3 maggio 2012

L'AMARO DEL CACAO O QUELLO DEL CAFFE'.

[Il silenzio - Dicembre 2011]

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fra quel che di peggio puó capitare, poi succede qualcosa che ti fa dire che il peggio ha fatto bene a capitare. Qualcuno puó definirla agorafobia del cuore. Quando sei in bilico, lassú in alto a quel precipizio, con tutta quella paura, di cadere, di perdere qualcuno a cui non puoi rinunciare, con tutto quell'immenso spazio davanti, tutte quelle possibilitá.
C'é cosí tanta vulnerabilitá, smarrimento, affanno, che non si riesce propriamente semplicemente ad abbandonarsi. O almeno io non ci riesco.

Quella fase strana, imprevedibile, viva e fottutamente consistente, dove niente puó la tattica, niente la razionalitá. É come se tutto fosse permesso, anzi l'imperativo é vivere se stessi, tacere quando non si puó parlare, e sperare. Sperare di essere nutriti dagli eventi e dai momenti come un animale affamato. 
O magari essere divorati dall'unico ventre caldo che sa accogliermi. Farsi bozzolo e ascoltarti leggere,sentire che leggi per me. Farsi leggere. Seduti, sdraiati, assonnati, feriti, freddi, isolati. Ma amarsi cos'é? 
Il suono puro di un vinile, che ci accompagna mentre danziamo abbracciati. Mentre ci calpestiamo i piedi, perché siamo tanto diversi, e particolari e incomprensibili a volte.
Siamo come l'amaro del cacao o quello del caffé. Difficile da apprezzare, gradito da pochi ma cosí insostituibile. 
La dipendenza di chi lo ha imparato ad amare é esattamente la mia necessitá di stare con te. Per ballare, sudare, piangere, correre, annodarsi i capelli, togliersi le parole, guardarsi a lungo, mischiare i colori e superare se stessi, l'inquietudine, la paura e il bilico.

domenica 29 aprile 2012

NODI.




You have bound my heart with subtle chains
So much pleasure that it feels like pain
So entwined now that we can't shake free
I am you and you are me

[Depeche Mode] 



Stanotte ti ho pettinato i capelli bellissimi. Sono cosí diversi dai miei, cosí neri, cosí forti, eppure cosí facili da districare. 
Me li passo tra le dita e vorrei contagiarli di tutte le parole trattenute, dei brividi, di tutto quello che ho dentro per te che é cosí nuovo e lontano dalla mediocritá.


 

giovedì 12 aprile 2012

SPECCHIO.



Ci sono due modi di diffondere luce: essere la candela oppure 
essere lo specchio che la riflette. 

[Edith Wharton]

venerdì 23 marzo 2012

LA LAVATRICE

[Pori - Marzo 2012]


Ho sognato la lavatrice e da allora ci ragiono un po' su come facevo nel sogno, seduta a gambe incrociate quasi fosse metafora.

Perché ci vuole un grande coraggio, ad aprire lo sportello e infilare le tue cose e le mie, scegliere il detersivo, scegliere il programma e dare il via.
Perché quelle cose si mischieranno un po', e ne usciranno ancora se stesse ma con qualcosa in comune.
Si assomiglieranno, un po' come mi accorgo che stiamo facendo noi. 
Contagiandosi con i modi di dire, con i sentimenti, la sottile cadenza delle parole, le espressioni del viso.

Aha.

E detta cosí sembra una gran bella cosa, perché é restare se stessi ma allo stesso tempo é diventare qualcosa di più, qualcosa che è se stessi e che è la nostra somma insieme.
E allora, forse, l’unico coraggio che ci vuole è nel decidere di farla, la somma, non sapendo bene cosa ne verrà fuori, chiudendo con un sorriso quell'obló alle spalle, immaginando il risultato e il profumo.

E i giorni dopo quel 'lavaggio'? quando non sará il profumo che non si sente dalla bottiglia di detersivo, ma quello reale che rimane sui vestiti? 
Saremo contenti di quel risultato?
Perché il tuo odore mi piace, anche quello che hanno le tue cose che non é quello che hai propriamente addosso, ma con l'olfatto niente é matematico.
A volte l’odore sembra pungente, e invece poi il profumo sarà delicato.
Chissá.

La cosa sicura é che non potremo cambiarci come si fa con i detersivi. O almeno non potremo farlo senza prima strapparci di dosso, perché abbiamo radici e uncini come certi semi che rigogliano ogni giorno di piú nell'umiditá di un fazzoletto di carta.

E sarebbe dura, perché a volte mi indossi davvero e mi pronunci nei dettagli.
E allora rimango pensierosa, ma mi sento di poter trovare il coraggio per aver fiducia in un lavaggio, in una centrifiga, in un detersivo.

E quando mi immagino in quella piccola casa penso subito a Dalí e ad un bagno un po' piú grande e alla mattina, insieme.