La vita é un valzer.

La vita é un valzer passo dopo passo, inciampando al suo ritmo.

giovedì 30 settembre 2010

LA PIETRA LANCIATA.


" Ricorda ci sono quattro cose 
che nella vita non tornano:
la pietra, dopo averla lanciata;
la parola, dopo averla detta;
l'occasione, dopo averla persa;
e il tempo dopo che sia trascorso. "


Ho sempre amato questa citazione. Sempre creduto molto che non c'é paragone nel far le cose che senti necessarie, nel dire quello che si ha nel cuore senza pensare troppo alle conseguenze e soprattutto nell'ascoltare l'istinto invece che stare ad aspettare.

Da una parte lo dico anche perché confesso: ad aspettare proprio non sono capace.

Posso aspettare minuti al massimo e con grandissima fatica, poi peró la spinta viene proprio dalla spina dorsale e non ci posso fare niente: non sono capace di frenarla.
Il sentimento per me ha sempre un passo in piú sulla paura.

Cosí ieri mi sono detta: ' É il suo compleanno, non dovremmo sentirci, magari sono solo un'occasione per rattristarlo, peró ...... perché no??.....'

Ho mandato il mio messaggio. Una foto significativa. Magari non ben eseguita ma carica di significati. 
Una foto che comunque mi scalda il cuore come i raggi del sole che la illuminano.
E 'Quel' sorriso.

Controcorrente per natura ho lanciato il sasso e mi sono seduta a gambe incrociate curiosa e pronta a seguire l'incontro.

Sentimenti vs Jet-set.

Purtroppo per il risultato. Anche se dai pronostici abbastanza scontato: siamo al tempo dei social network fermarsi a respirare silenzio non é una buona pubblicitá.

domenica 19 settembre 2010

I PRIMI 'GEMELLI'.

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I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per sè stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci.In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini,anzi,quasi vicini, perchè fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli.Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno all’altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finchè non li si scopre.
Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. A lei non l’avava mai detto.


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Dopo la passeggiata in centro di oggi ho avuto l'urgenza di rileggere questo passo.
Perché siamo proprio cosí: vicini ma non abbastanza per toccarsi davvero.



[ I primi gemelli di Grisú de Dragon ]



domenica 12 settembre 2010

CUORE.

Rincasare ogni notte, sempre piu tardi, con la testa gonfia di idee, voglia di fare.
Sedersi sul letto a pensare e finalmente sentirsi : un fiume in piena.
Voglia di esprimersi, raccontarsi.

Se fossi un parola sarei : il volo.
Se fossi un cavallo sarei : un Mustang.
Se fossi un verbo sarei : albeggiare.
Ed una forma d'arte : un bel lavoro di Body Painting.

Disegno la mia pelle, pronta per la nuova stagione che verra'.

Arrivata a quota cento pagine nel mio "capolavoro", con gia' 7 scatti nel portfolio di cui vado veramente orgogliosa mi sento che finalmente i miei passi sono nella direzione giusta.
Le mie parole che scivolano veloci in forme interessanti e piene di se.
Le mie foto levigate in maniera evidente dalla mia retina.

Mi sento che non ho piu niente a che condividere con quelle persone che, concentrate nello spettacolare la propria vita, sprofondano con facce costruite e sorrisi ai confini del nulla, portando alto l’orgoglio della loro aridità come uno stemma che brilla loro in fronte. 
Niente a che vedere con chi non fa buon uso delle emozioni, non sa osservare e si priva del miracolo di un cuore.


TEMPO CHE PASSA
[ Estate 2010 . Il miracolo di un cuore ]