La vita é un valzer passo dopo passo, inciampando al suo ritmo.
giovedì 3 maggio 2012
L'AMARO DEL CACAO O QUELLO DEL CAFFE'.
[Il silenzio - Dicembre 2011]
Fra quel che di peggio puó capitare, poi succede qualcosa che ti fa dire che il peggio ha fatto bene a capitare. Qualcuno puó definirla agorafobia del cuore. Quando sei in
bilico, lassú in alto a quel precipizio, con tutta quella paura, di cadere, di perdere qualcuno a cui non puoi rinunciare, con tutto quell'immenso spazio davanti, tutte quelle possibilitá.
C'é cosí tanta vulnerabilitá, smarrimento, affanno, che non si riesce propriamente semplicemente ad abbandonarsi. O almeno io non ci riesco.
Quella fase strana, imprevedibile, viva e fottutamente consistente, dove niente puó la tattica, niente la razionalitá. É come se tutto fosse permesso, anzi l'imperativo é vivere se stessi, tacere quando non si puó parlare, e sperare. Sperare di essere nutriti dagli eventi e dai momenti come un animale affamato.
O magari essere divorati dall'unico ventre caldo che sa accogliermi. Farsi bozzolo e ascoltarti leggere,sentire che leggi per me. Farsi leggere. Seduti, sdraiati, assonnati, feriti, freddi, isolati. Ma amarsi cos'é?
Il
suono puro di un vinile, che ci accompagna mentre danziamo abbracciati. Mentre ci
calpestiamo i piedi, perché siamo tanto diversi, e particolari e incomprensibili a volte.
Siamo come l'amaro del cacao o quello del caffé. Difficile da apprezzare, gradito da pochi ma cosí insostituibile.
La dipendenza di chi lo ha imparato ad amare é esattamente la mia necessitá di stare con te. Per ballare, sudare, piangere, correre, annodarsi i capelli, togliersi le parole, guardarsi a lungo, mischiare i colori e superare se stessi, l'inquietudine, la paura e il bilico.
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